Mortificata, avvilita, come se fossi in una condizione mentale di chiedere scusa.
Pamela Del Moro
Generalmente accompagnata da una profonda mancanza di autostima, la mortificazione delle persone, sia essa inflitta da altri individui o auto-inflitta, può avere profonde conseguenze sulla psiche umana.
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In molti casi, la mortificazione è il risultato di comportamenti dannosi o discriminatori da parte di persone dello stesso ambiente sociale o familiare, dove queste persone sono oggetto di critiche costanti, insulti, derisioni o trattamenti ingiusti. Queste esperienze possono lasciare cicatrici emotive profonde e persistenti, minando la fiducia nelle proprie capacità e nella propria dignità.
Si tratta di un'esperienza dolorosa
destabilizzante
che può generare sentimenti di vergogna, umiliazione e scarsa fiducia di sè stessi. Questo fenomeno può manifestarsi in molteplici contesti, come nel bullismo, nell’abuso emotivo o nel perfezionismo eccessivo.
Le persone che subiscono mortificazioni ripetute si percepiscono spesso come inadeguate, indesiderate o prive di valore. Questo può portare a sentimenti di isolamento sociale e depressione, poiché esse tendono a ritirarsi e a evitare situazioni che potrebbero esporle a ulteriori critiche o umiliazioni.
Inoltre, la mortificazione può influenzare negativamente il modo in cui le persone si rapportano agli altri e alle relazioni interpersonali. Coloro che hanno subito mortificazioni possono sviluppare difese emotive, come il distacco emotivo o l’aggressività, per proteggersi dal dolore e dalla vulnerabilità. Questo può ostacolare la capacità di costruire legami significativi e di fidarsi degli altri, generando un senso di isolamento e alienazione ancora più profondo.
È importante sottolineare che la mortificazione può anche essere auto-inflitta, ad esempio attraverso il perfezionismo eccessivo o l’autocritica costante; in questi casi, le persone si sottopongono a pressioni insostenibili per raggiungere standard irrealistici, spesso motivati da un profondo senso di insicurezza o di inferiorità. Questo comportamento autodistruttivo può portare a un ciclo negativo di autovalutazione distorta e autocondanna, alimentando la sensazione di inadeguatezza e il timore del giudizio degli altri.
Affrontare la mortificazione richiede un processo di guarigione complesso e multifase.
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